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SCILIAR BURGSTALL

la montagna sacra

10-11 settembre 2016

L’Alpe di Siusi, uno degli altopiani più belli delle Dolomiti, meta di escursionisti e sciatori da tutta Europa, ha una storia antica che affonda le sue radici in tempi preistorici. Cacciatori mesolici hanno lasciato testimonianze della loro frequentazione a parre dal IX millennio a.C.. Per i rinvenimenti litici dal riparo Cion Stoan si ipotizza persino un avvicinamento alle caratterische più recenti del Paleolitico superiore nord alpino. Echi dei tempi in cui le foreste dominavano in quei luoghi e abbondanti erano gli animali selvatici che le popolavano ritornano nelle leggende raccolte da K.F. Wolff e riferite all’Alpe di Siusi.

Ma col passare dei millenni, l’uomo, non più spinto dal bisogno impellente di sopravvivenza, ha cominciato a frequentare la zona per esprimere la sua spiritualità ed avvicinarsi ai suoi dei. Come nelle grandi religioni anche (v. Sinai, Olimpo), le comunità che vivevano nelle vallate aorno all’Alpe di Siusi salivano sulla sommità dello Sciliar e offrivano sacrifici agli dei. Sciliar dall’inconfondibile profilo, ripetono le guide turische, e caratteristica lo è davvero questa montagna che racchiude ad ovest con la sua mole massiccia, ingentitilita dalle torri Santner ed Euringer, l’Alpe di Siusi e apre la vista su tanta parte dell’Alto Adige. Con la sua forma squadrata, così isolato e dominante, sembra proprio la mensa di un altare naturale proteso verso il cielo o, meglio, immerso nel cielo. Il rogo vovo (brandopferplatz) acceso sul monte Castello-Burgstall, estremo rilievo dello Sciliar, ha restuito materiale che permette di datare la sua frequentazione dal XIII al X sec. a.C..

Una rinascita di questo luogo di culto si è avuta successivamente in epoca romana, tesmoniata dal ritrovamento di monete degli imperatori Tito e Valente. Santuario all’aperto, ha restuito ossa di animali incenerite, mescolate a resti vegetali e a frammenti di recipienti ceramici ulizzatti nel corso di cerimonie che prevedevano il sacrificio di animali ed offerte di prodoH agricoli alla divinità. Anche nei secoli successivi la zona deve aver conservato il suo alone di mistero e di sacralità se fra il 1506 ed il 1509, in un intento di demonizzazione, vengono processate al Castel Presule di Fiè nove donne per stregoneria. Soo tortura, vengono riferi voli notturni sullo Sciliar per riti magici. Anche la povera Pachler Zottl di Sarentino fu bruciata viva nel 1450 perché accusata, fra l’altro, di incontrare il diavolo sullo Sciliar.

Il "sentiero dei turisti" che ci porterà al rifugio Bolzano, dal nome del BoznerTouristenklub che lo ha realizzato nel 1885, data la morfologia del monte, ripercorre, verosimilmente, la via di salita usata dagli antichi frequentatori. Spettacolare ed interessante anche la discesa lungo la “gola del diavolo” attrezzata con un lunghissimo ponte di tronchi (knuppelweg), in parte già costruito in epoca medioevale, via armentaria per permettere al bestiame di raggiungere i pascoli di malga Seggiola (Sesselschwaige). Alla fine della discesa si perviene al laghetto di Fiè.

Qui puoi scaricare il programma completo dell'uscita in formato PDF
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