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L'uomo contemporaneo, abituato ad usare i moderni mezzi di trasporto, ha difficoltà nel comprendere come sin dalle epoche più remote i nostri predecessori abbiano creato una fitta rete di strade per i propri traffici commerciali, per motivi militari o religiosi; strade percorse per lo più a piedi o, per i più fortunati, col cavallo o su carri a trazione animale.

Se le necessità di spostarsi da un luogo all'altro si sono continuamente evolute e modificate, facendo nascere o dismettendo le strade realizzate in epoche passate, la presenza di quei manufatti ci giunge come testimonianza di mondi a noi culturalmente lontani ma a cui noi siamo debitori in quando rappresentano il nostro passato che alla fine non risulta poi così remoto.

In poco più di un secolo la presenza dell'auto ha rappresentato la più grave minaccia per questi "percorsi storici" e non solo, l'ambiente tutto -le città, le campagne e le montagne- vengono continuamente trasformate da una rete infrastrutturale che consideriamo sempre più "necessaria" ed "obbligatoria" comportando una modifica del paesaggio drastica e spesso irreversibile.

Ma come cambierà il nostro paesaggio se immaginassimo per ipotesi che questi moderni mezzi di trasporto diventassero per un qualsiasi motivo obsoleti? Studieremo l'autostrada del Sole come espressione di una cultura passata, così come ora facciamo per le antiche strade romane?

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